Venture Builder o Startup Studio?

Creano entrambi startup, ma sono profondamente diversi.
Venture Builder vs Startup Studio

Venture Builder e Startup Studio non sono la stessa cosa.

Ora, io non sono un appassionato di definizioni, soprattutto per modelli di business che sono relativamente recenti, ancora poco diffusi e soprattutto eterogenei nella loro applicazione pratica. Ho inoltre poca memoria e dunque le definizioni le scordo con allarmante facilità.

Però noto che, almeno in Italia, si utilizzano i termini Venture Builder e Startup Studio come fossero sinonimi, quando in realtà li separa un business model agli antipodi, che possiamo riassumere in maniera tranchant come di seguito:

  • Venture Builder = consulente
  • Startup Studio = imprenditore.

Sia il Venture Builder che lo Startup Studio creano startup

È vero. E non è vero. Diciamo che entrambi hanno come finalità quella di costruire un venture da zero (e possibilmente di farlo in logica Lean), ma con le seguenti importanti differenze, che vanno a specificare meglio la definizione tranchant di cui sopra.

Finalità

Il Venture Builder costruisce startup on demand, partendo col creare una POC (Proof Of Concept). Dunque, opera principalmente su commissione e viene per questo remunerato. L’evoluzione della POC in uno spin-off e in un MVP (Minimum Viable Product) è un auspicio, ma non un obbligo.

Lo Startup Studio costruisce startup solo a seguito di un’approfondita fase di data collection e analisi di mercato. Anche nel caso in cui riceva uno stimolo da un potenziale Partner Industriale. Questo perché il modello dello Studio è a performance: guadagna principalmente dalla exit delle iniziative che crea. Quindi, come ogni imprenditore (e investitore), non avvia iniziative che non generino potenziali rendimenti elevati.

Cap Table

Il Venture Builder, creando iniziative su commissione, quando entra nella cap table della startup che ha creato, lo fa in modo contenuto e principalmente per abbassare il pricing di sviluppo iniziale della POC. Questo gli consente di coprire i costi e realizzare una marginalità minima desiderata. Se poi riuscirà a monetizzare anche una eventuale quota, è grasso che cola.

Lo Startup Studio agisce invece come un imprenditore e per tale ragione deve avere il controllo delle risorse economiche e umane che andranno a costituire la startup. Non viene remunerato per la sua attività (o non abbastanza da coprire i costi), quindi punta tutto sulla monetizzazione delle quote. Essendo un’attività ad alto rischio, percepisce una bella fetta di cap table, che può variare dal 30% all’80%.

Operatività e risultati

Il Venture Builder opera tipicamente sotto la direzione e il controllo della Corporate committente. È un vero e proprio rapporto di consulenza, volto a generare POC, con l’auspicio che da queste nascano vere e proprie opportunità di business e quindi spin-off. Tale evento è – a onor del vero – abbastanza raro. Il venture eventualmente spinoffato nasce fortemente connotato dalla Corporate, che solitamente ne detiene sin da subito ampio controllo.

Lo Startup Studio opera come socio della Corporate, ne valuta attentamente tutte le proposte (progettuali, finanziarie e di risorse umane) e decide in autonomia se e come sviluppare la startup (anche perché ci investe pure risorse finanziarie!). Man mano che la startup evolve e ottiene metriche, la Corporate aumenta la sua esposizione fino alla completa acquisizione. La Corporate rappresenta un vero e proprio Partner Industriale per lo Startup Studio.

Ma quindi, alla mia Corporate, su quale modello conviene puntare per fare innovazione?

È un po’ come chiedere al fornaio se il pane è buono 🙂

Provo in ogni caso a dare una risposta netta, sfruttando quanto presentato nei paragrafi precedenti. Non esiste un modello che vada bene in qualsiasi caso, perché sappiamo bene che ogni realtà aziendale presenta delle constraint (una volta si diceva “lacci e lacciuoli”) con cui scendere a patti.

Però, se la tua Corporate:

  • fa regolarmente operazioni di M&A (Open Innovation);
  • dispone di un CVC (Corporate Venture Capital) o partecipa come LP (Limited Partner) in altro fondo Venture;
  • ha sperimentato altri modelli col risultato di essere piena di POC nel cassetto

allora conviene affidarsi a uno Startup Studio, esternalizzando parte dei processi innovativi e delegandoli così a chi ha il focus necessario per dargli concretezza (c’è vita oltre la POC!), operando in posizione di maggiore indipendenza e con totale allineamento di interessi.

Non è da escludere comunque l’ipotesi di provare entrambi i modelli parallelamente. Anzi, probabilmente se fossi il Chief Innovation Officer di una grande azienda è proprio quello che farei.

Venture Builder e Startup Studio: note finali

Alcuni Startup Studio scelgono di stare lontani dalle logiche corporate, decidendo di operare come holding di partecipazioni e vedere come exit per i propri venture – ad esempio – la quotazione in Borsa. Esistono tanti modelli di startup studio e ovviamente alcuni di questi non si identificano in quanto scritto. La finalità di quanto detto finora è unicamente quella di chiarire la differenza tra gli operatori dell’innovazione che creano venture, coinvolgendo a vario titolo le corporate lungo il percorso.

A prescindere da come li vogliate definire, probabilmente ora vi è più chiaro chi chiamare in caso vi serva un consulente o un socio in affari (e co-investitore) per fare innovazione.

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