Startupper: meglio uno stipendio oggi o una exit domani?

Startupper

Ho iniziato ad essere “Startupper”*, quasi per caso, il giorno dopo essermi laureato.

Da allora sono passati 12 anni, 3 startup avviate, 3 exit, diverse raccolte di capitale, decine di assunzioni e molte porte in faccia (che aiutano a crescere, spesso più che tutto il resto). Non ne ero del tutto consapevole, ma fin dal primo giorno avevo innata una caratteristica che mi ha guidato in tutti questi anni: la capacità di rinunciare al guadagno immediato!

Big dreams 

Nella mia strada ho incontrato un sacco di “potenziali” imprenditori; studenti con il sogno di diventare i nuovi Steve Jobs, amici che chiedono di valutare e supportare le loro idee, manager stufi del proprio lavoro che vogliono fare il salto nel mondo dell’imprenditoria. Tra tutti, posso contare sulle dita di una mano chi ha davvero la volontà di lasciare il guadagno certo per buttarsi in iniziative senza garanzie, nelle quali investire solo sul proprio tempo (e capacità) per creare valore.

Non sto parlando di persone che hanno difficoltà economiche e che non riescono ad arrivare a fine mese, ma molto più spesso persone abbienti e ben avviate nel mondo del lavoro. Anche chi ha le spalle coperte e potrebbe “fare il salto” cadendo tutto sommato “in piedi” non riesce a mettersi in gioco, se ciò vuol dire rinunciare alla certezza dello stipendio a fine mese, o non avere la garanzia del “tutto e subito”.

No pain, no gain

Il parallelo più vicino che mi viene in mente è quello di un investitore che cerca di guadagnare in titoli senza rischio: utopia.

E’ sicuramente eccitante pensare a exit milionarie partendo da idee nate in un seminterrato. Molto meno eccitante lavorare per anni, (spesso) sottopagati, (spesso) a un passo dal finire le poche riserve disponibili, senza alcuna garanzia di successo.

Una domanda che molti aspiranti imprenditori dovrebbero farsi è «perché mai un potenziale socio o un investitore dovrebbero scommettere sulla tua idea se non lo fai tu per primo?»

L’importanza di crederci

Serve avere fede, ed è difficile aspettarsela dagli altri se prima non si crede fermamente in prima persona. Forse il consiglio migliore per ogni aspirante “Startupper” arriva non da un guru dell’imprenditoria, ma da una fonte più inaspettata:

“Always always always believe in yourself.

Because if you don’t, then who will sweetie?”

– Marilyn Monroe

Serve credere tantissimo in sé stessi. Serve avere il coraggio di lasciare qualcosa oggi per raccogliere molto domani. Questo è quello che fa ogni “Startupper” di successo che abbia conosciuto nella mia carriera. Ed è anche l’unico modo che conosca per creare valore su aziende che partono da zero ed hanno tutto da dimostrare.

Il ruolo dello Startup Studio

Quando io e i miei soci (i miei compagni di avventura con i quali lavoro ancora oggi) abbiamo mosso i primi passi nel mondo dell’imprenditoria italiana, abbiamo dovuto costruire tutto da zero. Per tutto intendo proprio tutto: raccolta di capitale, legal, finance, amministrazione, marketing, sviluppo prodotto, corporate identity, registrazioni marchi, bandi, internazionalizzazione e chi più ne ha più ne metta! Tutto questo ci ha fatto sicuramente crescere, ma ha anche richiesto un grande sforzo su aspetti esterni alle nostre competenze e caratteristiche.

Una startup ha tutto da dimostrare: se si investono tempo e denaro su attività non remunerative il rischio è quello di saltare in aria ancor prima di aver fatto vedere la luce al prodotto.

Ho deciso di diventare advisor di Startup Bakery perché se avessi avuto questo genere di supporto all’inizio della mia carriera sarei potuto partire col turbo! Voglio mettere a disposizione ai nuovi imprenditori digitali quanto ho potuto maturare nelle mie esperienze; il tessuto imprenditoriale italiano ha bisogno di creare rete e sinergie per tornare a primeggiare. 

C’è un enorme potenziale inespresso di professionisti che hanno le stoffa dell’imprenditore. Lo startup studio vuole proprio essere un ambiente ideale non solo per gemmare idee, ma anche imprenditori. Si creano Startupper lavorando fianco a fianco, con un training on-the-job; in questo modo ognuno può davvero esprimere il massimo delle proprie capacità senza essere defocalizzato su attività esterne che vengono gestite in modo rapido ed efficace dalla Bakery.

Nel nostro piccolo, aiutiamo a far emergere nuovi “Startupper” che contribuiranno con le loro idee e capacità al benessere di tutti. Credo che a questo punto sia piuttosto chiaro, io sceglierò sempre la exit domani ed aiuterò altri potenziali imprenditori a investire in loro stessi.

* Mia definizione di “Startupper”: imprenditore che segue l’avviamento di aziende, tendenzialmente digitali, tendenzialmente con il sogno di venderle a grandi aziende 🙂

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